Binda e lo Sponsor
Le prime sponsorizzazioni sono nate proprio con il ciclismo. Agli albori di questo sport, ai primi del ‘900, furono proprio le case produttrici di biciclette e pneumatici a sponsorizzare in maniera professionale i ciclisti garantendo loro ingaggi e stipendi. Uno dei casi poco conosciuti è quello che riguardò Alfredo Binda, autentico fuoriclasse del pedale italiano, che alla vigilia dei Campionati del Mondo di Adenau (1927) venne avvicinato da 2 emissari della ditta tedesca Sachs.
Questa azienda produceva moto e bici ed era abbastanza rinomata, ma non ancora inserita nel ciclismo di alto livello. I tedeschi avevano brevettato un mozzo denominato “Torpedo” che aveva la caratteristica di frenare la ruota posteriore invertendo la pedalata. Volendo lanciare questo prodotto si informarono su chi erano gli atleti da battere in quell’edizione del Mondiale e la risposta fu la squadra italiana capitanata proprio da Binda. I tedeschi si presentarono nel ritiro degli azzurri proponendo una sponsorizzazione di £ 25.000 se avessero usato in gara il mozzo Torpedo. Binda rispose “picche” anche perchè non voleva inimicarsi i propri sponsor italiani. I tedeschi non si dettero per vinti e rilanciarono a £ 50.000 e £ 75.000 . Una cifra enorme per l’epoca. Girardengo, Belloni e Piemontesi guardarono Binda “ingolositi” dalla somma messa sul piatto dalla Sachs. Binda rilanciò scrivendo su un foglio £ 120.000 sicuro di aver sparato talmente alto che i tedeschi avrebbero sicuramente rifiutato. Dopo qualche minuto di riflessione l’emissario tedesco pronunciò il fatidico “Ja!”. Il record della sponsorizzazione più alta era appena stato battuto…