Quanto vale?
Una delle domande più ricorrenti che noi collezionisti di autografi ci sentiamo porre è: quanto vale un autografo? Precisiamo subito che non esistono listini fissi. Ci sono delle guide, alcune anche molto diffuse negli USA, dove però la categoria dei ciclisti è veramente marginale. Mi piace quindi ribadire il concetto che, come in molti altri settori, anche per un autografo il valore è legato al mercato. Per mercato si intendono le aste specializzate (molte delle più rinomate case d’asta internazionali dedicano ormai una sezione specifica agli autografi) o siti online più comuni come Ebay.
Nel fare una stima del valore, bisogna tenere in considerazione alcuni fattori come la rarità, l’età, l’importanza del ciclista, lo stato di conservazione, il tipo di firma ecc. Facciamo qualche esempio pratico per capirci. Ci sono ciclisti che, per vari motivi, hanno lasciato pochi autografi perchè prematuramente scomparsi (ad es. Bottecchia o Simpson), perchè vissuti moltissimo tempo fa (ad es. i pionieri come Garin, Cornet ecc.), perchè non amavano fare dediche (ad es. Robic che faceva fare gli autografi alla moglie). Rarità e importanza del ciclista sono quindi due elementi che, abbinati, fanno alzare il prezzo. Un autografo di Bottecchia è stato di recente venduto per quasi 900 euro proprio perchè estremamente raro. Un autografo di Bartali ha, invece, un valore molto basso (30/50 euro). L’importanza del ciclista non si discute, ma Gino non negava a nessuno un autografo e ne ha lasciati qualche decina di migliaia come minimo, alcuni anche in epoche recenti prima della sua scomparsa. Bartali è un caso particolare perchè nella sua vita cambiò la propria firma. Succede così che un autografo di Bartali degli anni ’30 e ’40 sia molto differente da quello degli anni ’70 e ’80. Ecco allora che la prima versione di autografi abbia molto più valore della seconda. Discorso simile per Kubler. Il fortissimo ciclista svizzero, terminata la sua carriera, era solito rilasciare autografi indicando l’anno solare, questo perchè spesso i “cacciatori di autografi” lo fanno per rivenderli. Anche in questo caso un autografo di Kubler d’epoca , senza “anno”, ha molto più valore di uno recente.
Una considerazione che va fatta è quella legata alla diffusione di Internet. Quando ho iniziato a collezionare, 20 anni fa, il web già esisteva, ma gli autografi si scovavano soprattutto nei mercatini delle pulci o con scambi tra collezionisti. Ragione per cui il valore di alcuni autografi era più alto proprio perchè era difficile reperirli. Con il passare degli anni internet ha aperto scenari impensabili dando la possibilità ai collezionisti di accedere facilmente a mercati stranieri, a siti specializzati in aste o collezionismo ecc. Accade così che per taluni soggetti il prezzo sia calato. Un esempio su tutti è quello di Fausto Coppi, uno dei più grandi campioni della storia del ciclismo prematuramente scomparso nel 1960. I suoi autografi erano molto ricercati, abbastanza rari e avevano anche un discreto valore (dai 200 ai 500 euro). Oggi, proprio grazie ad Internet, è abbastanza facile reperire un autografo del Campionissimo per cui il suo valore si è praticamente dimezzato.