Vero o Falso?
La domanda più ricorrente che il collezionista si sente porsi è “come fai a sapere che è originale”. Domanda ancor più pertinente se in mano abbiamo un autografo fatto da un personaggio vissuto molti decenni prima, non “ottenuto” di persona.
Il primo fattore da considerare è il supporto su cui è stata apposta la firma. Una cartolina o una foto antiche sono difficili da replicare.
Secondo fattore è il tipo di inchiostro usato: se stiamo parlando di un ciclista degli anni ’20 non potrà mai essere un autografo fatto con penna a sfera!
Terzo fattore da prendere in considerazione è la grafia: in genere i ciclisti più famosi hanno lasciato diversi scritti e autografi per cui si può facilmente fare una comparazione.
I problemi e i falsi possono essere di 3 tipi.
La prima ipotesi è che la firma non sia stata posta dal ciclista, ma da un suo assistente. Esistono diversi casi di atleti che non amavano fare autografi e così incaricavano la moglie o un amico di provvedere.
Seconda ipotesi è che si tratti di una copia o imitazione: succede purtroppo con gli atleti più famosi e ricercati che proprio per questo attirano l’attenzione dei falsari. In questi casi c’è sempre da tenere in considerazione il fatto che non è semplicissimo recuperare una foto d’epoca per cui il fenomeno dei “fakes” è più diffuso con i ciclisti moderni.
Terza ipotesi la firma stampata o a tampone/timbro. Qui non parliamo di truffa, ma di una pratica diffusa in passato. Si producevano cartoline con autografi pre-stampati che erano talmente verosimili che distinguerli ad occhio nudo per un collezionista inesperto può essere difficile. Allo stesso modo si usava riprodurre la firma del campione sotto forma di timbro. Anche in questo caso solo un’occhio attento distingue l’inchiostro del pennino da quello di un tampone.