Stabilire la data di nascita del ciclismo o più in generale della bicicletta è impresa ardua. La storia è ricca di antenati delle moderne bici: dai prototipi di Leonardo da Vinci al celerifero, dalla draisina dei primi dell’800 ai velocipedi con ruota anteriore enorme. Le prime “vere” biciclette compaiono nella seconda metà del XIX secolo, mentre la prima gara “moderna” viene comunemente identificata nella Parigi-Brest-Parigi del 1890 organizzata dai fratelli Michelin per dimostrare la straordinaria innovazione dello pneumatico. Parliamo di una corsa massacrante di 1260km che seppe attirare il primo grande interesse del pubblico. Nel 1896 nasce, invece, la prima delle classicissime: la Parigi-Roubaix. Il Tour de France prenderà il via nel 1903 e il Giro d’Italia nel 1909. Grazie anche a queste competizioni il ciclismo diventa uno sport a tutti gli effetti, molto popolare e seguito. L’enorme successo va di pari passo con la diffusione della bicicletta. Un dato su tutti: nel 1910 in Italia circolavano un milione di biciclette…
In questi anni i ciclisti sono degli autentici eroi, cavalcano mezzi pesantissimi e con evidenti limiti meccanici. Non esisteva ancora il cambio e spesso si correva di notte su strade sterrate e ricche di insidie. Non si poteva ancora parlare di ciclisti professionisti. Molti dei pionieri facevano altri mestieri e “arrotondavano” con le gare. Basti pensare che Maurice Garin, vincitore del primo Tour, e Luigi Ganna, trionfatore del primo Giro, facevano rispettivamente lo spazzacamino e il manovale. Agli albori si correva soprattutto per la gloria o come dimostrazione di forza. Il successo impetuoso del ciclismo attirò l’attenzione delle aziende e nacquero così le prime forme di sponsorizzazione. Le case di produzione di biciclette e di pneumatici allestirono le prime squadre e si contesero i ciclisti migliori. Bianchi, Atala, Otav, Alcyon, Griffon, Dunlop, Pirelli sono i nomi che compaiono sulle maglie di lana di questi pionieri.